Call for Abstract - Workshop RUS GdL Cambiamenti Climatici

Scadenza: 15 aprile 2021
Descrizione: Call for Abstract per il workshop "Perchè così tardi? Perchè così lenti?" in programma il 17 giugno 2021

Il GdL RUS Cambiamenti Climatici propone il workshop online dal titolo "PERCHÉ COSÌ TARDI? PERCHÉ COSÌ LENTI? Aspetti psico-sociali nel ritardo alla lotta ai cambiamenti climatici, dai comportamenti quotidiani alle azioni collettive" che avrà luogo giovedì 17 giugno 2021.

Il workshop intende fornire un contributo per focalizzare gli ostacoli di ordine psicologico, sociale, o antropologico che ritardano le azioni contro la crisi climatica, sia come sistematizzazione teorico-critica che come resoconto dello stato delle ricerche a livello nazionale e internazionale, con riferimento anche alle possibili applicazioni nell’ambito delle comunità universitarie.

Il workshop si svolgerà in lingua italiana ma prevederà un keynote-speaker straniero, che porterà un quadro delle ricerche internazionali sul tema.

È aperta la Call for Abstract: i contributi (relatore, titolo, sommario per un massimo di 2000 battute) dovranno essere inviati alla segreteria del Gruppo di lavoro Cambiamenti Climatici della RUS rus-cambiamenticlimatici@polimi.it, specificando nell’oggetto “abstract workshop”, entro il 15 aprile 2021.

Scarica qui la Call for Abstract.

 

Le tematiche
Ai fini del contrasto del cambiamento climatico è molto importante affiancare, agli interventi sul versante strutturale e tecnologico, un’opportuna conoscenza delle dinamiche psico-sociali che sono alla base dei comportamenti quotidiani delle persone. Sono infatti gli individui e le comunità, con i loro stili di vita e le loro scelte di consumo, i destinatari finali delle produzioni che determinano emissioni climalteranti, nonché i soggetti attivi delle possibili azioni di mitigazione e adattamento. E sono altresì i soggetti che devono decidere con il loro voto e altre forme di azione politica il supporto ai decisori che a livelli più alti influiscono sull’implementazione delle azioni di contrasto alla crisi climatica.
Per questo motivo da alcuni anni si è sviluppata la riflessione sui contributi che possono venire dalle scienze sociali e in particolare dalla psicologia (Swim et al. 2009; Stern 2011; Fielding et al. 2014). La conoscenza di tali processi psico-sociali può aiutare a comprendere innanzitutto lo scarto tra la gravità del problema e la scarsa consapevolezza al livello dell’opinione pubblica e delle decisioni politiche. Sono state descritte in proposito alcune importanti “barriere” di tipo psico-sociale che possono ostacolare tanto la consapevolezza quanto l’azione concreta delle persone (Gifford 2011) traducendosi in un ampio spettro di atteggiamenti e comportamenti dannosi, dall’inazione allo scetticismo fino all’esplicito negazionismo. Capire perché molte azioni per contrastare la crisi climatica si rivelano molto lente o poco efficaci, è utile per trovare nuove strategie e accelerare l’inevitabile auspicata transizione verso un sistema energetico e produttivo in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Approfondimenti specifici sono possibili rispetto ai diversi ambiti in cui si intrecciano le problematiche tecnico-scientifiche con i comportamenti quotidiani delle persone: l’uso dell’energia e le modalità di transizione ad un nuovo modello di produzione e consumo (Steg et al. 2015; Tiefenbeck et al., 2013; Hagmann et al., 2019); gli stili di alimentazione, con speciale riferimento al consumo di carne e prodotti animali (de Boer et al. 2013); l’evoluzione dei trasporti, in un’ottica di transizione socio-tecnica (Whitmarsh 2012); la gestione della vita domestica, con riferimento all’uso dell’energia, ma anche dell’acqua, del cibo, dei rifiuti, della pulizia (Stankuniene et al. 2020); la consuetudine alla frequentazione di aree, luoghi e ambienti naturali e l’interesse e rispetto verso la biodiversità (Chawla and Derr 2012). In tutti questi ambiti può essere molto utile, per comprendere ciò che accade e orientare opportunamente gli interventi, conoscere i processi psicologici implicati nel nostro rapporto con il cambiamento climatico, a livello cognitivo, emozionale, motivazionale (Norgaard 2009), ma anche di identità sociale, di cultura e valori (Stoknes 2015), e perfino a livello neurologico (Marshall 2014), il tutto in una cornice di miglioramento della comunicazione e del public engagement (Whitmarsh et al. 2011).

 

Credits: la vignetta è apparsa sul numero 1399 della rivista Internazionale.
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